Vorrei un amante moderno

ce103dbdfbbd4d25bd3a5743d03cd54c

Jonathan Richman, foto qui

Ho il sogno che un bel giorno mi si palesi uno che dica ‘Ciao, io sono uno normale. Normale… diciamo uno come te’. Ciò che mi dà speranza è sapere che Jonathan Richman ha fatto davvero una cosa simile. Nel mezzo degli anni settanta, tra fattoni capelloni, lui si presentava pulito e precisino dalla tizia che gli piaceva e con un sorriso totalmente fuori luogo le diceva Lascia stare quel fricchettone di Johnny e scegli me che non mi faccio neanche di camomilla. Aveva i modi goffi da nerd ed era in anticipo sulla filosofia straight edge, sulle tendenze lo-fi che si sarebbero diffuse un paio di decenni più tardi da perdente alla Beck o ancora più in là dell’ingenuità da porta accanto di Jens Lekman.



Ovviamente la sfiga vera dalle parti di Richman non si vedeva neanche con il cannocchiale. C’erano invece ironia e leggerezza e una visionarietà acuta che il fondatore dei Modern Lovers ha avuto sin dagli esordi e si è portato dietro nella carriera da solista. I’m Straight si trova nel primo album omonimo dei Modern, nato come una raccolta di demo registrati nel 1972 e uscito poi nel 1976. La produzione di John Cale si sente. Richman, che allora era un pischello 21enne che scoppiava di salute, aveva consumato la musica dei Velvet Underground e ne sbandierava l’influenza ma con la ragguardevole differenza che il suo mondo era a colori e non in un claustrofobico bianco e nero. Più simile a Mirko dei Bee Hive in Kiss me Licia, che a Lou Reed. Roadrunner è una dichiarazione d’amore per la vita: I’m in love with the modern world.



Canzone dopo canzone l’album delinea il profilo del punk a modo e romantico, il rocker gentiluomo, desiderio del 50 per cento delle femmine del pianeta (l’altro 50 forse acchiappa ciò che capita). Gli amanti moderni secondo i Modern Lovers non si prendono sul serio, ridono quando c’è da ridere piangono quando c’è da piangere e ti dicono quello che pensano, rischiando di sembrare idioti. I go to bakeries all day long / There is a lackness of sweetness in my life. Perché gli amanti moderni non usano i filtri e mangiano per davvero.

6 canzoni di coppie

Damon And Justine

Damon Albarn e Justine Frischmann – Foto qui


Vowel Movements – The Evens

Siamo un po’ figli della straight edge: salutisti e animalisti ma sempre rocknrollisti. Dunque figli di Fugazi e Minor Threat che la filosofia straight edge l’hanno creata, nonostante poi abbiano fatto scelte di proselitismo poco straight e vagamente intolleranti. Ma il frontman di quei gruppi, Ian MacKaye, insieme a sua moglie Amy Farina, batterista, si sono poi riscattati con una linea di condotta più esemplare: una canzone sulle vocali. Il committente è Pancake Mountain, una trasmissione tv per bambini rock-friendly (If Fellini and Monty Pyton decided to make a kid’s show…) che ha coinvolto una nutrita lista di rockstar come Eddie Vedder, Bright Eyes, White Stripes. Amy e Ian si sono conosciuti a Washington nei primi anni novanta e non si sono mollati più, prima da amici mentre lei suonava nella band del fratello di lui, poi come amanti. Infine anche come The Evens, mentre Ian metteva in standby i Fugazi.



Summer Wine – Nancy Sinatra, Lee Hazlewood

Nancy Sinatra e Lee Hazlewood nel 1967 raccontavano questa storia: lui e lei si incontrano, lei gli offre una sangria molto carica che gli fa perdere la brocca e, una volta tolti gli speroni d’argento, via con le danze (e con i soldi di cui lei lo deruba). Strawberries, cherries and an angel’s kiss in spring / My summer wine is really made from all these things. Impossibile rifiutare un’offerta così. Allusioni erotiche? Rimandi a qualche droga? Quando Lee è entrato nella vita di Nancy le ha stravolto la carriera producendo per lei dei successi naif tagliati su un’immagine sexy. Poi, cosa sia accaduto realmente tra di loro al di là della musica, vai a saperlo, anche qui le ambiguità si sprecano.



Animal lover – Suede

Penso a Justine Frischmann della band Elastica e la stimo. Nel giro di pochi anni ha avuto due relazioni stabili – da prendere con le pinze dati i soggetti – con, nell’ordine: Brett Anderson degli Suede e Damon Albarn dei Blur. Con Anderson è stata fondatrice degli Suede, dopo che si erano innamorati alla facoltà di Architettura di Londra. Poi, ha perso la testa per Damon e per un periodo intorno al 1992 è stata con il piede in due scarpe fino a quando probabilmente Brett le avrà lanciato i vestiti dalla finestra. Sembra che Animal Lover sia stata scritta nel delirio di quella situazione. L’occasione è buona per riascoltare il primo album omonimo degli Suede e per affermare che quando i musicisti soffrono noi godiamo delle loro canzoni.



Krisma – Amore

Prima della svolta punk del 1977 con Chinese Restaurant e di quella elettropop del 1980 con Cathode Mama, i mitici Krisma esordirono nel 1976 con il singolo di erotic-tribal-dance Amore. Il video non ha bisogno di commenti. Già da allora Maurizio Arcieri e la sua ex fan, in seguito moglie, Cristina Moser, erano una coppia di matti. Pionieri e visionari, hanno sempre viaggiato su altri pianeti. Orgogli nazionali.



Beat Boy (Zef Side) – Die Antwoord

Orgoglio sudafricano sono invece i Die Antwoord nelle persone di Ninja, YoLandi Visser e Dj Hi-Tek. Sono tra le massime espressioni di elettro hip hop degli ultimi anni nonché autorevoli portavoce dello zef, controcultura bianca Sudafricana (non razzista), arricchita e coatta, che negli anni sessanta potenziava le auto Ford Zephyr (il nome zef viene da lì) e ora ostenta cattivo gusto ed eccessi. Come avrebbe riassunto Yolandi “Sei povero ma sexy”. Dei Die Antwoord mi ha fatto capitolare anche il rifiuto di aprire i concerti di Lady Gaga nel 2012. Fokken cool.



Low – Murderer

A Mimi Park e Alan Sparhawk dei Low, in coppia anche nella vita, non piace molto che si ricordi il loro essere mormoni ma è inevitabile ascoltandoli, perché un afflato religioso sprigiona da tutti i pori del loro slowcore. Hanno pubblicato una decina di album sussurrando cose profonde e simboliche, come in un confessionale, diventando sempre più bravi a modulare, variare e integrare. In Drums and Guns del 2007, Murderer (inizialmente contenuta nell’ep omonimo del 2003) è una riflessione intensa che affronta il tema delle stragi compiute in nome della fede.