Non sono 6 ma solo 3 le segnalazioni di marzo (almeno per ora) e non si riferiscono unicamente da Milano. Ma niente è ordinario di questi tempi. I concerti li potete seguire da dove volete perché sono in streaming. E c’è di buono che se avevate intenzione di provarci con lui o con lei nel buio del locale, sarete già a casa…
“Da bambina volevo diventare la ragazza della canzone” confessa l’autrice nell’incipit, interpretando i pensieri di molte donne sensibili al richiamo del musicista. E non la figa indie di cui parlavano Enrica Tesio e Arianna Dell’Arti, aggiungo io, ma probabilmente qualcosa di più simile alla Emily Young di See Emily Playdei Pink Floyd dell’era Syd Barrett.
La dj, giornalista e scrittrice Laura Gramuglia passa in rassegna 60 storie d’amore rock da Elvis & Priscilla a Kurt & Courtney arrivando alla conclusione che 1- Anche i duri hanno un cuore e 2 – Che il mito del sesso, droga e rock’n’roll non è affatto un mito ma spesso una improbabile realtà. C’è l’imbarazzo della scelta in questo viaggio tra le pareti di casa e il backstage delle rockstar, di coppie confezionate apposta per il circo mediatico o tristemente note alla cronaca per episodi di violenza fisica e psicologica. Grazie a questo libro ho riscoperto momenti magici come il matrimonio lampo tra Michael Jackson e Lisa Marie Presley, durato più o meno 1 anno e mezzo e testimoniato da un video di un livello di kitsch così raffinato che neanche gli archivi di Rete 4. Ho confermato la stima per i nervi saldi della moglie di Frank Zappa, Gail Sloatman, rimasta accanto a lui fino alla fine, 26 anni di genio, follia e groupies. Ho fantasticato sulla passione autodistruttiva di quelle due creature torbide e meravigliose che erano Rickie Lee Jones e Tom Waits alla fine degli anni settanta. E ho anche scoperto che Sofia Coppola, maritata dal 2011 al frontman dei francesi Phoenix, Thomas Mars, di secondo nome fa Carmina.
Ma oltre agli eccessi, nella storia privata del rock ci sono anche tante relazioni fatte di routine e di serate passate in casa, la cui unica differenza rispetto alla banalità delle nostre è che i protagonisti le hanno raccontate a tutti in una canzone.”Non so mai cosa aspettarmi da Lou. È bello stare con qualcuno che ti sorprende ogni giorno con le sue opinioni e i suoi pensieri. È molto eccitante ed è certamente un gran miracolo quando le cose funzionano e funzionano per una tale varietà di motivi folli che è impossibile elencare” cita l’autrice parlando del legame tra Laurie Anderson e Lou Reed, nato quando i due non erano più di primo pelo e suggellato dalla canzone del 1994 “In Our Sleep”. Della serie eccitante sì, ma andiamo a dormire che si è fatta una certa.
Ecco un romanzo di formazione urbana. L’incipit ci catapulta in un appartamento della borgata romana degli anni ’80, in media res, direbbe il poeta Orazio, indicando quell’artificio retorico che va dritto al sodo della faccenda, senza preamboli. In questo modo, Amir Issaa ci trascina nella sua vita, tra le mura di una casa dove si consumano piccoli-grandi drammi comuni a tante storie italiane. Di meno comune, almeno per quegli anni, questa famiglia ha il fatto di essere per metà egiziana, sebbene Amir sia stato in Egitto a malapena da bambino.
Dagli interni domestici la lettura ci accompagna poi verso l’esterno, lungo il percorso dei treni che tagliano i quartieri di periferia: Casilina, Tor Pignattara, fino alla più estrema Tor Bella Monaca. I treni sono anche al centro di una meravigliosa scoperta adolescenziale: il mondo del writing, sinonimo di libertà, adrenalina e prospettive che sognano di non fare una brutta fine. Anche grazie a loro ci rendiamo conto di quanto la Roma raccontata in queste pagine sia molto più esotica di quanto non sembri ai romani stessi, così underground (anche se i vagoni passano pure in superficie, rendendo i ‘pezzi’ di writing ben visibili a tutti), così piena di colori.
Dal writing si arriva alla musica del collettivo hip hop Rome Zoo passando per Piazzale Flaminio, crocevia di mode e tendenze negli anni ’90. “La tua musica, i tuoi vestiti ti definivano in modo non negoziabile” ci ricorda Amir. Da quel momento in poi le attività del rapper si moltiplicano intrecciandosi all’impegno sociale, e portano la musica all’interno di carceri e scuole attraverso iniziative didattiche e laboratoriali. Un romanzo di formazione, quindi, e di forte senso civico – che sarebbe bello leggere negli anni universitari – in onore a “Questo senso di comunità, questo pensare che niente di ciò che hai è dato per sempre, e che aiutare chi sta un po’ peggio di te non è tanto un modo per guadagnarsi il paradiso, quanto per cercare di costruirne un angolo dove si può, qui sulla terra.”
La mia versione del 2019 in forma di playlist. 19 ascolti tra bassi e alti, tra più e meno, tra poche parole e tanti fatti, ma poi lasciamo stare i fatti e mettiamo un po’ di musica che è meglio. Non il meglio assoluto però perché quello, lo sappiamo, arriverà → ♠♥♦♥