Musica + Libri #11 “Strange Things Happen – La mia vita con i Police, il polo e i pigmei” di Stewart Copeland

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Stewart Copeland Strange Things Happen, Minimum Fax 2011


Con un curriculum tanto esotico, come minimo bisognerebbe farci una serie tv. Stewart Copeland ha attraversato mille vite e chissà cos’ha in cantiere ancora, perché quelli così sparano cartucce fino all’ultimo. Lo scrive lui stesso nella prefazione del 2009, più o meno a 57 anni: “Ormai ho una vita piuttosto regolare, ma non ho smesso di vivere le mie strane avventure. La celebrità, anche quando è notevolmente sbiadita, tende ad attrarre le opportunità più bizzarre”. Lui di certo non ne ha persa una. È nato negli Stati Uniti ma ha viaggiato incessantemente: l’infanzia a Beirut per via di un padre funzionario della CIA, poi il Congo tra sciamani e pigmei per girare un film sgarrupato, poi Londra, tra i Police e l’opera teatrale, e a seguire innumerevoli parentesi italiane che per comodità si possono sintetizzare nell’esperienza dionisiaca della Notte della Taranta. 

Il filo rosso che lega le vicende di queste pagine è indubbiamente la provocazione. In un aneddoto tra i tanti, agli albori della carriera dei Police un attimo prima che mettessero a segno la hit Roxanne, Stewart racconta che si presentava in pubblico con il viso coperto da una maschera di gomma, suonava praticamente tutti gli strumenti di una band al completo e si faceva chiamare Clark Kent. Così, giusto per giocarsela in modo un po’ diverso, chiosa lui. Aggiungendo che i Police non erano ben visti all’epoca e per uno che si stava confezionando un curriculum da rockstar, meglio non farsi riconoscere per le vie di Londra.

A proposito di Police, a questa fase della sua vita sono dedicate una ventina di pagine, sparse in una manciata di capitoletti il primo dei quali si intitola, appunto, “Breve storia dei Police”. Ma sono momenti narrativi abbastanza trattenuti, vivacizzati qua e là da qualche immagine del sarcasmo che anima tutto il libro, per esempio in occasione di un concerto americano di reunion, in cui “I pezzi grossi si sradicano dalle poltrone, hanno negli occhi l’affettuoso bagliore dell’avvoltoio che applaude una zebra morta”.  Il linguaggio è la vera chiave di questa autobiografia, ancor più che i contenuti rocamboleschi: saltellante e teso, scandito e affilato, infuocato ma preciso come un assolo di batteria.


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Musica + Libri #10 – “Perché ci piace la musica” di Silvia Bencivelli

 

 

 

Perché ci piace la musica

Silvia Bencivelli, Perché ci piace la musica, Sironi Editore 2015

 


Se siete nerd e al tempo stesso appassionati di musica probabilmente troverete questo libro un bel bocconcino. Ma perché la musica ci piace? Silvia Bencelli – giornalista scientifica, conduttrice radiofonica e saggista –  affronta il quesito del titolo avvalendosi di risorse tecniche e un’esposizione facilmente comprensibile. Partendo da un vecchio articolo di un giornalista svedese intitolato “Perché ci piacciono i Beatles”, che in realtà non approfondiva l’argomento Beatles né tantomeno alcun aspetto scientifico, l’autrice si avventura nelle connessioni che intercorrono tra musica e neuroscienze.

L’impianto del libro è più o meno questo. Nella prima parte si dà spazio agli aspetti scientifici che riguardano il funzionamento di cervello e suoni. Perché la musica ci piace anche se non ci dà vantaggi immediati concreti? Verso la fine dell’Ottocento ci si cominciava a interrogare sul perché l’uomo, a differenza di altri animali, si interessi tanto a suoni ‘inutili’ come quelli di una canzone. Secondo Darwin: “L’uomo primitivo, o piuttosto un qualche antico progenitore dell’uomo, probabilmente ha usato per la prima volta la sua voce per produrre vere e proprie cadenze musicali… E potremmo concludere, utilizzando un’analogia largamente diffusa, che questa capacità sia stata utilizzata soprattutto durante il corteggiamento.” E te pareva.

Nella seconda parte, attraverso lo studio di animali e bambini, si cerca di indagare sull’evoluzione dei gusti musicali. Tra canti di balene e ninnananne, il punto è: viene prima il linguaggio o la musica? Tra le cose certe, stando a una ricerca dello staff dell’acquario di Birmingham, c’è che il vocione di Barry White sarebbe particolarmente adatto a far accoppiare gli squali. 

Nella terza parte ci si domanda che effetti abbia la musica sul corpo, sulla mente e soprattutto sulla società. “In realtà, agli albori del cinema, all’inizio del secolo scorso, l’intenzione nell’accostare la musica ai film non era emozionare la platea: la musica fu introdotta allo scopo prosaico di coprire i rumoracci dei proiettori.” Pioniere dell’utilizzo della musica in chiave emotiva fu il regista Sergej Eizeinštein. E da allora, se una ragazza fa la doccia con un violino che suona in sottofondo, da lì a due minuti non potrà che venire accoltellata (questo vale per quasi tutti, tranne per chi, come nel caso di Che Guevara, è affetto da amusia, una sorta di dislessia musicale che non fa sentire le ‘emozioni musicali’). 

Ah, pare anche che il Can can diminuisca la percezione della sofferenza quando si è sottoposti al dolore fisico. Quindi, se state iniziando a lamentarvi di mal di schiena da quarantena, ma quale lezione di feldenkreis in streaming, alzate il volume a palla.

 


 

The Best Is Yet To Come – Una playlist dal 2019

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La mia versione del 2019 in forma di playlist. 19 ascolti tra bassi e alti, tra più e meno, tra poche parole e tanti fatti, ma poi lasciamo stare i fatti e mettiamo un po’ di musica che è meglio. Non il meglio assoluto però perché quello, lo sappiamo, arriverà → ♠♥♦♥

 

Live a Milano – Dicembre 2019

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Mercatino di Piazza della Repubblica, Milano

 


Prima Diffusa– dal 30 novembre al 12 dicembre

Tosca & friends, praticamente un classico, diffusa in città


Lee Ranaldo – Venerdì 6, Fondazione Feltrinelli 

Ultimo appuntamento della rassegna Natural Disruptors, a cura di Ranaldo, in duo con l’artista multimediale (e moglie) Leah Singer


Michael Kiwanuka – Sabato 7, Fabrique

Londinese di origine ugandese, al terzo album, prodotto da Danger Mouse


Geoff Farina – Domenica 8, Ohibò

Amore di sempre (ex) Karate, acustico, roots


Contemporarities – Domenica 15, Santeria Social Club

Rassegna, pomeridiana, ultimo appuntamento con Le Carnivaul Des Animaux di Camille Saent-Saens e Le Boeuf sur le Toit di Darius Milhaud


Torso Virile Colossale – Mercoledì 18, Germi

Progetto creato da Alessandro Grazian, dedicato al cinema Peplum, tra la psichedelia e l’epica


 

Live a Milano – Ottobre 2019

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Vinile – Porta Venezia, Milano


Chastity Belt – Martedì 1, Serraglio

Soft grunge, dall’area di Seattle, follower di Elena Ferrante


 

Les Percussions de Strasbourg (Milano Musica) – Mercoledì 9, Hangar Bicocca

6 musicisti, ensemble internazionale fondato nel ’62, musica contemporanea


 

Beirut – Sabato 12, Alcatraz

Indie-folk, da Santa Fe a Gallipoli, da primo appuntamento


 

Giungla + Hån – Venerdì 11, Ohibò

Elettro pop, dall’Italia, la domenica pomeriggio

https://www.youtube.com/watch?v=bOQgnukldYE


 

Soviet Soviet – Sabato 12, Ohibò

Da Pesaro, post rock, internazionali


 

Talib Kweli – Venerdì 25, Magnolia

East Coast hip hop, letterato, afrocentrico

 

 

Live a Milano – Giugno 2019

live a mi - giugno

Feltrinelli, Porta Romana


 

Against Method (progetto di Mark Fell) – Giovedì 13 e Venerdì 14, Pirelli Hangar Bicocca

Multidisciplinare, anarco-sperimentale, gratis


These New Puritans – Venerdì 14, Santeria

Inglesi, dark-art-rock, pensando ai Tears for Fears


Contaminafro / Identità in Evoluzione – Martedì 18 →  Sabato 29, Fabbrica del Vapore

Festival delle culture contemporanee, non solo Africa e non solo musica, tema di questa sesta edizione: l’evoluzione


Metronomy – Venerdì 21, Magnolia

Elettro-pop, 20 anni di attività, 2 zompi friendly


Massimo Volume e Giardini di Mirò – Mercoledì 26, Castello Sforzesco

Gustosa combo italiana, in minitour per 4 date, nella rassegna Estate Sforzesca


Woody Allen & The Eddy Davies New Orleans Jazz Band – Venerdì 28, Teatro Arcimboldi

Un’occasione stuzzicante, tutto improvvisato, leggermente fuori budget

 

 

Live a Milano – Maggio 2019

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Bar Doria

Se mancano le date del 26 e 27 maggio dei Dead Can Dance all’Arcimboldi è perché sono sold out, e di rosicate nella vita ne facciamo già abbastanza. Ma fortunatamente ci sono buone alternative in questo mese. Buon divertimento ♠♣♥♦


Ron Gallo – Giovedì 2, Magnolia

Rockettaro, da Philadelphia, album da ascoltare: Heavy Meta


“Area Musica 2019” – Domenica 12, Domenica 19 (Push up Quintet) e Sabato 25 (Oquk T Collective), Parrocchia dei S.S. Nereo e Achilleo

Festival jazz, zona Città Studi, prezzi sociali


Still Corners – Mercoledì 15, Ohibò

Lei e lui, inglesi atipici, se vi piacciono Mazzy Star e Beach House


“I want to like you but I find it difficult” – Giovedì 16, Fondazione Prada

Festival, élite ma di qualità, elettronica


Built to Spill – Domenica 26, Santeria Toscana

30 anni di attività, 20 anni di Keep it Like a Secret, camicia di flanella e si va


Deerhunter – Mercoledì 29, Santeria Toscana

Guidati da quel tesoro di Bradford Cox, noise pop, da Atlanta

Musica + Libri #7 – ‘Le variazioni del dolore’ di James Rhodes

JR

Le variazioni del dolore, James Rhodes – Einaudi 2016

Senza scomodare nessuno, la migliore recensione a questa autobiografia è contenuta già al suo interno, posizionata verso la fine del libro. Si trova nel capitolo 17 ed è l’articolo dello stesso James Rhodes pubblicato sul Guardian nel 2013, dal titolo “Trova quello che ami e lascia che ti uccida”, citando Bukowski. A questo punto della lettura, siamo già entrati in confidenza con Jimmy e non servono ulteriori spiegazioni. Dentro c’è quello che bisogna sapere su certi eroi di tutti i giorni, passati attraverso il dolore, sovrastati dalle incombenze, salvati dalla bellezza. Non c’è spazio per le scuse, scrivete il vostro maledetto libro, li esorta l’autore.

Ma per chi di solito si appresta a fare le cose dall’inizio, l’incipit delle “Variazioni del dolore” recita così: La musica classica me lo fa venire duro. James Rhodes è un pianista londinese quarantenne che ha avuto un’infanzia segnata dagli abusi sessuali da parte del suo insegnante di ginnastica e una vita da adulto sconvolta dalle successive, estreme, conseguenze. Per raccontare la sua storia, ha scritto un’autobiografia pop, diretta, scomoda, polemica, che celebra la libertà di espressione e mostra i grandi compositori classici di tutti i tempi come una sfilza di freak pieni di tic e ossessioni. Il poeta E.E. Cummings ha scritto che ‘essere nient’altro che te stesso – in un mondo che fa del suo meglio, notte e giorno, per renderti uguale a tutti gli altri – significa combattere la battaglia più dura per un essere umano’. Beethoven ha vissuto così ogni maledetto giorno della sua vita (Capitolo 5). Siamo tutti mezzi matti, insomma, esposti al pericolo di non farcela ma qualcosa di potente come la musica può risvegliare il nostro istinto di sopravvivenza, soprattutto se prima abbiamo la possibilità di fare un passaggio in un rehab di lusso in Arizona. Ed è così che, a un centimetro dal baratro, a poco più di trent’anni James decide di organizzare il suo primo concerto, dando inizio a un nuovo capitolo della sua vita, funambolico e illuminato, e tuttora in corso.

Una volta chiuso questo libro, ho pensato che se avessi avuto dei figli sarei stata parecchio più turbata di quanto già non fossi. Sono pagine toste. A volte James Rhodes si lascia prendere la mano e pontifica ma le sue esperienze lo giustificano e sono scivolate che non danno fastidio, spesso stemperate da un’ironia brillante. L’ho sentito esibirsi a Piano City Milano due anni fa, in un contesto inusuale all’interno del cortile di uno storico condominio popolare nella zona Città Studi. Lui esile e impacciato, suscitando tenerezza, sorpresa e divertimento ha suonato Rachmaninov e Bach, in un assaggio della carrellata di composizioni confluite nella playlist “Instrumental”, colonna sonora ideale per la lettura. 

Live a Milano – Aprile 2019

Intanto, più o meno fuori dal Salone…

Blaze

The Blaze, Fabrique

 


Enrico Gabrielli + Dente – Martedì 2, Santeria Social Club 

Terzo dei 5 appuntamenti della rassegna Abat Jour, dedicato a Sergio Endrigo, gratis con prenotazione


Alfa Mist – Sabato 13, Biko

Compositore, produttore, nu jazz britannico


Sinedades – Lunedì 15, Gattò

Primaverili, da Pisa, riferimenti: Caetano Veloso e Kings of Convenience


Beirut – Giovedì 18, Alcatraz

Etno-indie, dal New Mexico, al quinto album


Noname – Sabato 20, Santeria Social Club

Da Chicago, slam poet, jazz rapper


dEUS – Domenica 28, Magnolia

Belgi, per il 20esimo di Ideal Crash, rockettari eclettici

The Best Is Yet to Come 2018

 

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4 amici e una chitarra

 

A dieci giorni da Natale, ammalarsi è già un regalo. Sto in casa con quattro amici e una chitarra ad assemblare la playlist di fine anno 2018. Alcune scoperte e delle conferme, cose da ascoltare per dilatare il tempo e rallentare il ritmo. Certo manca il meglio ma quello, prima o poi, arriverà. Buon ascolto.